martedì 26 novembre 2013

Il match mondiale: l'analisi finale di de Eccher

di Stefano de Eccher 


Come da pronostico, Magnus Carlsen è diventato il nuovo Campione del Mondo, aggiudicandosi il match in sole dieci delle dodici partite previste, con tre punti di vantaggio.
Francamente mi aspettavo qualcosa di più da parte di Anand, che invece ha probabilmente confermato di aver definitivamente perso lo smalto di un tempo.
A parte il pesante passivo, sono le modalità in cui è maturato che mi lasciano perplesso. Carlsen non ha fatto granchè per imporsi: aperture solide, rarissimi e non pesanti errori ( come al solito ), ottima gestione dei finali; Anand per converso ha commesso errori a volte inspiegabili ed in generale il suo gioco è parso poco determinato, sia nella fondamentale dote di reggere posizioni leggermente inferiori, sia in quella di porre problemi all’avversario.
Nello specifico, nella 5^ partita, Magnus, giocando 6 Cc3,  ha prudentemente rifiutato di entrare nelle complicazioni che seguono a  6 Ad2 Dd4  7 Ab4 De4, una variante che ognittanto  viene adottata anche ad alto livello. Ne è seguita una posizione in cui alla preferibile struttura pedonale del Bianco, Anand poteva opporre una discreta attività di pezzi e Re, del tutto sufficiente a mantenere l’equilibrio.
Alla 45^, tuttavia, Tc1 è sembrata del tutto fuori luogo al posto della corretta Ta1. Nella conferenza stampa post partita Anand ha spiegato che il Pedone c gli sembrava promettere buon gioco, ma Ta1 sarebbe stata assolutamente naturale. Nakamura, seguendo in diretta la partita su ICC, all’apparire di 45...Tc1, ha subito stigmatizzato la mossa, dicendosi molto sorpreso che Anand non avesse giocato la scontata 45...Ta1.
Nella sesta partita Anand ha evitato di entrare nel Muro di Berlino, giocando 4 d3, tuttavia senza ricavarne alcunchè. Carlsen ha effettuato una manovra alla Breyer ( Cc6 - b8 - d7 ), ottenendo una comoda parità.
Senza una ragione apparente Anand si è “ inflitto “ un’impedonatura centrale, priva di conseguenze tragiche, che però faceva sì che l’iniziativa passasse a Carlsen.  Anzichè rassegnarsi a giocare d5, alla 29^ o alla 30^, Anand ha preferito cedere un Pedone, entrando in un finale di Torri probabilmente patto.
Secondo Carlsen, l’unico tentativo di mantenere qualche piccola chanche di vittoria sarebbe stata offerta da 43...h5 al posto di 43...Rf7, nel mentre dopo 44 h5 del Bianco la partita avrebbe dovuto terminare in parità.
Tuttavia l’ indiano ha commesso una serie di imprecisioni, perdendo infine l’ultimo treno per la parità che passava per 60 b4.
Ci si aspettava a questo punto una reazione aggressiva da parte di Anand, ma nella settima partita l’impianto adottato ( anti Muro di Berlino, 4 d3 Ac5 e quindi 5 Ac6 ) non era certo fra quelli che potessero impensierire il solido gioco di Carlsen, che infatti non ha avuto problemi a pattare.
Nella partita successiva ad 1 e4 di Carlsen la situazione del match ( due punti da recuperare in cinque partite ) invocava una bella Siciliana ed invece ci siamo sorbiti un altro Muro di Berlino, in cui Carlsen ha giocato la linea secondaria 5 Te1 Cd6 6 Ce5, che viene talvolta adottata in alternativa a 5 d4 Cd6, ma che meno ancora della linea principale offre prospettive di vantaggio al Bianco e men che meno al Nero. Patta, due punti da recuperare in quattro partite.
Finalmente, nella 9^ partita, Anand si è lanciato in un assetto complicato, giocando 4 f3 nella Nimzovich.
La posizione che ne è scaturita ricordava quella della famosa vittoria di Botvinnik contro Capablanca, ma Anand non è stato altrettanto bravo nello sfruttare l’iniziativa contro il Re avversario, ottenuta a prezzo di un lato di Donna in mano al Nero e di prospettive nell’eventuale finale di sola sconfitta.
A parte alcuni miglioramenti nella conduzione dell’attacco, ad esempio 26 Ce2 !? al posto di 26 Dh6, ha stupito l’erroraccio 28 Cf1 ?? che ha condotto rapidamente alla sconfitta, perchè il seguito non era certo difficile da calcolare. A quel punto, peraltro, anche le alternative non avrebbero portato che a tenere viva la partita, ma non a conseguire vantaggio.
L’epilogo della decima partita è stato significativo solo per un aspetto.
Siciliana da parte di Anand e 3 Ab5 di Carlsen, variante in cui riesce arduo per il Nero lottare per la vittoria. Carlsen ha ottenuto un lieve vantaggio, riuscendo gradualmente ad incrementarlo, preferendo poi la super sicura 30 ed6 ad altre continuazioni che avrebbero conservato integro il vantaggio, ma in un quadro più complicato.
L’aspetto saliente consiste nel fatto che Carlsen ha comunque continuato a giocare per vincere, ancorchè solo lui potesse farlo e quindi un’ offerta di patta da parte sua, con conquista del titolo, sarebbe senz’altro stata accettata da Anand. Evidentemente Carlsen ha voluto mostrare al mondo i muscoli, discostandosi da una prassi di fair play che sempre, in passato, aveva condotto il vincente a non umiliare l’avversario, come nella patta in posizione vincente concessa da Euwe ad Alekhine nell’ultima partita del match del 1935.
Ci si chiede ora chi potrà insidiare il regno del granitico Carlsen nei prossimi anni.
Kariakin non pare avere fatto i progressi necessari allo scopo, ma non sempre questi hanno un andamento costante e lineare, per cui non è esclusa una futura impennata di forza di gioco che lo porti alla meta.
Kramnik ancora per qualche tempo potrebbe essere in grado di farlo. Tutto dipenderà dalle motivazioni che riuscirà a trovare per cercare di riportarsi al vertice del mondo.
I più vedono in Nakamura o Caruana i probabili aspiranti alla corona mondiale, ma nel prossimo ciclo al massimo uno dei due, tramite wild card, potrà partecipare al torneo dei Candidati. Di Caruana Carlsen ha tra l’altro detto che è l’unico avversario che non mostra alcun timore reverenziale nei suoi confronti e che in conseguenza gli riesce tra i più temibili.
Altro possibile sfidante potrebbe essere il giovane Andreikin, che giungendo secondo nella Coppa del Mondo ha conseguito il diritto a prendere parte al prossimo torneo dei Candidati.
Infine, non va scordato Aronian, che nell’attuale panorama di giocatori sfuggenti, plasmati dallo stile dei computer, è tra i pochi ad avere uno stile ben caratterizzato ed originale.


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